art•Less
In sintesi la mia arte e non solo è rivolta
alla ricerca di rappresentazione o stupore per la bellezza intrinseca dell’essere umano [ vivente in sè ]. La sua apparente semplicità cela una complessa strutturazione meccanica e fisica che regge il movimento e la staticità del soggetto nella bellezza dei lineamenti esteriori o nella poca grazia. È cercare di carpire la sostanza umana, lo spirito, il sentimento, senza sovrastrutture create o per convenzione o per nascondere moti interiori che scandalizzano anche chi ne è latore: tendenzialmente si nasconde tutto sotto il belletto dell’apparenza.
La rappresentazione la definirei come un viaggio nel ‘’continente nuovo’’ che inizio quando l’intuito carpisce ‘’che è pronto’’ a farsi conoscere e l’animo ignoto a svelarsi confidando le situazioni gioiose o, più o meno difficili, dell’esistenza che ne hanno modificano la materia e la postura, la struttura e la fisiologia in quanto: il corpo interiore ed esteriore muta ~ es: i muscoli si accorciano in alcuni punti mentre in altri si ‘stirano’ o si sfibrano, le ossa e lo scheletro si deformano sotto il peso e lo sforzo continuo posturale, gli organi interni (come nella maternità a seconda del sentimento provato d’invasione o d’accettazione ed accoglienza del cambiamento) reagiscono positivamente se la percezione è transitoria e utile per un fine più alto: collassano alla sofferenza apatica della pretesa che le cose si risolvano da sole (allorchè ci si aspetta che il nascituro determini da solo l’andamento del parto mentre si tratta di sinergie) ‘vengano fatte da sole’. Alle volte, il continente umano è restio e non vuole farsi riconoscere quando avverto che: ha perseguito gli stessi schemi e le stesse abitudini ogni giorno dell’esistenza, favorendo la degenerazione progressiva e invalidante delle capacità mentali. Causa primaria d’isolamento nei confronti della società e della famiglia, così come: la mancanza di reazioni emotive o espressioni primarie dell'essere sono riflessioni del vivere o non vivere le situazioni più o meno difficili dell’esistenza personale .
La gioia o le difficoltà, il tipo di serenità o di sofferenza provata, determinano il rapporto che intercorre tra l’uomo e i suoi simili. I sentimenti transitano in noi ma, se non elaborati logorano a morte l’interiore, germogliano e generano vita se non elaborati logorano a morte l’interiore, germogliano e generano vita se condivisi, prosperano se accuditi.
professional STUDIO production
simona
fabiomarco
simona
fabiomarco
simona
fabiomarco
Da sempre sono cultore interessato
al visuale, cultore di audiovisivi e cinematografia, musicologo in perenne erba; Percepisco attraverso la mediazione del senso o l’uso dei sensi, l’armonia, la perfezione di complessa semplicità identificandolo con il passato esteta greco – latino, quale fonte moderna e possibile sviluppo futuro.
La fotografia è specchio dell’umano vivere, conduce, negli anni, a ricercare sempre e nuove forme di rappresentazione della società e dell’essere uomo, in senso lato.
La cinematografia è l’estrapolazione dell’espressività latente e mai effettivamente conclamata.
Sono la mia personale e autentica, profonda, tavolozza dei colori, da cui sorte il tratto rappresentativo del colore, della luce, il magazzino interiore di tutto quanto. La tecnologia digitale da imprimere o la pellicola da sovraimpressionare sono la mia personale tela su cui vergare il tratto descrittivo della figura del colore, della ricerca ulteriore; passo da un mondo d’orizzonti finiti ad uno di molteplici quanto infiniti.
about
In summary my art and not only is revolt
looking for representation or awe for the intrinsic beauty of the human being [living in itself]. Its apparent simplicity conceals a complex mechanical and physical structure that supports the movement and static nature of the subject in the beauty of the external features or in the lack of grace. It is trying to understand the human substance, the spirit, the feeling, without superstructures created either by convention or to hide inner impulses that scandalize even those who carry them: basically everything is hidden under the make-up of appearances.
I would define the representation as a journey into the ''new continent'' which begins when intuition grasps ''that it is ready'' to make itself known and the unknown soul to reveal itself by trusting the joyful or, more or less difficult, situations of the 'existence they have modify the matter and posture, structure and physiology as: the inner and outer body changes ~ eg: the muscles shorten in some points while in others they 'stretch' or wear out, the bones and the skeleton deform under the weight and the continuous postural effort, the internal organs (as in maternity according to the felt feeling of invasion or of acceptance and acceptance of the change) react positively if the perception is transient and useful for a more high: they collapse to the apathetic suffering of the expectation that things resolve themselves (when the unborn child is expected to determine the progress of the birth by itself while it is a matter of synergies) 'they are done by themselves’. At times, the human continent is reluctant and does not want to be recognized when I feel that: it has followed the same patterns and the same habits every day of its existence, favoring the progressive and disabling degeneration of mental capacities. Primary cause of isolation from society and family, as well as: the lack of emotional reactions or primary expressions of being are reflections of living or not living the more or less difficult situations of personal existence.
The joy or the difficulties, the type of serenity or suffering experienced, determine the relationship between man and his fellow men. Feelings pass through us but, if not processed, they wear out the inside to death, they sprout and generate life if not processed, they wear out the inside to death, they sprout and generate life if shared, they thrive if cared for.
I have always been an interested lover
visual, audiovisual and cinematography enthusiast, budding musicologist; Through the mediation of the senses or the use of the senses, I perceive the harmony, the perfection of complex simplicity, identifying it with the past Greek-Latin aesthete, as a modern source and possible future development.
Photography is a mirror of human life, it leads, over the years, to always seek new forms of representation of society and of being a man, in a broad sense.
Cinematography is the extrapolation of latent expressiveness and never actually full-blown.
They are my personal and authentic, profound color palette, from which the representative trait of color, of light, the inner warehouse of everything arises. The digital technology to be imprinted or the film to be overprinted are my personal canvas on which to write the descriptive stroke of the figure of colour, of further research; I pass from a world of finite horizons to one of multiple and infinite horizons.